La STORIA ...


  Era il 1944 e la guerra praticamente arrivata al suo culmine. Di lì a venire gli ultimi episodi legati alla pagina più drammatica della storia italiana ed un referendum fra Monarchia e Repubblica dal quale ripartire. C'erano comunque categorie sociali che andavano organizzandosi, gruppi di queste presentarsi davanti ad un notaio per adottare statuti che prevedessero libere assemblee e presidenti eletti a suffragio. Tra queste, a Roma, un'Associazione che raggruppava i Dettaglianti di Latte e suoi derivati (si pensi alle vecchie “latterie”), essa stessa costituente l'Unione Commercianti di Roma. Umberto Lanni fu il primo presidente di un sodalizio che, accompagnando le successive trasformazioni socioeconomiche, diverrà quella che è oggi l'Associazione Esercenti Pubblici Esercizi di Roma e Provincia (AEPER).

  Facciamo un passo indietro. Gli italiani scelgono la Repubblica e parte la ricostruzione post-bellica che di lì a poco porterà al miracoloso boom economico vissuto negli anni ‘60. Il 19 luglio 1965 avviene per l'Associazione il primo passaggio di consegne. Lanni consegna il testimone ad Alberto Pica. Sarà lui ad incidere profondamente su quella trasformazione che avrebbe caratterizzato il passaggio da latteria di un tempo a un vero e proprio pubblico esercizio. L’idea fu quella di suggerire ai suoi associati di ampliare l’attività, introducendo la caffetteria, la somministrazione di bevande e il buffet freddo. Tra gli anni ’60 e i ’70 nella capitale furono almeno un paio di migliaia le latterie che si trasformarono in bar.

  Tra i requisiti severamente richiesti dalla normativa statale e quindi dalla prefettura, c’era il vincolo di non poter modificare dall’apertura del pubblico esercizio il riposo in nessun giorno della settimana, e in più il rispetto rigoroso della disciplina oraria, nell’ambito della quale alzare e abbassare le serrande. Anche qui il presidente Pica guidò quell’azione sindacale che sfociò anche in clamorose forme di protesta civile, pur di vedersi riconosciuta la possibilità di riposare almeno un giorno la settimana. Fu come non fu, che anche chi di lì a poco sarebbe salito al Quirinale, appoggiò risolutamente quella ostinata battaglia di principio. Era Sandro Pertini che, in quel momento presidente della Camera dei Deputati, perorò quella causa che di lì a poco ebbe il riconoscimento in una legge di stato, la n. 425 promulgata a metà anni ’70.

  Nei primi anni '80 come per trovare un altro percorso da suggerire a quella categoria che si fidava ciecamente di lui, in Alberto Pica si accese un'altra lampadina. Nel suo locale (lo storico Bar Pica) le vetrine del gelato artigianale occupavano uno spazio importante dell’offerta. Molti colleghi invece ancora si limitavano a commercializzare il prodotto industriale, che, molto pubblicizzato attraverso i mezzi di informazione, non faceva godere a pieno degli introiti agli esercenti. Memori della positiva trasformazione da latteria a bar, gli esercenti si fecero convincere dal loro presidente e trovarono nel loro locale lo spazio per allestire il laboratorio e mantecare gelato artigianale di propria produzione. Sotto questa spinta nel giro di pochi anni la proliferazione di gelaterie, annesse e non al pubblico esercizio, valicò i confini della capitale, si propagò in tutt’Italia e di lì a poco non fu un caso che si crearono le condizioni per costituire un’Associazione Italiana Gelatieri che affiancasse il già presente “Comitato per la difesa e la diffusione del gelato artigianale”, del quale Pica era stato tra i soci fondatori. Si costituirono le associazioni provinciali ed i loro rappresentanti scelsero Alberto Pica come presidente nazionale dell’Associazione. E' del 1986 la prima edizione di “Gelato a Primavera”, la manifestazione che per i successivi 31 anni ha assicurato, per le gelaterie partecipanti, la possibilità di stabilire un legame “strategico” con il mondo dei bambini cresciuti nel quartiere e conquistati a vita da quel cono regalato dalla cartolina distribuita a scuola. I giornali e soprattutto le televisioni si accorsero di un fenomeno che andava crescendo. Il gelato artigianale stava conquistando tutti e da lì ad un po’ di anni avrebbe sorpassato l’ice cream sul mercato dei consumi, oltre che su quello della qualità. Quegli anni ’80 valsero per il presidente Pica (e la sua Associazione) anche la piena consacrazione, dal punto di vista della carriera sindacale. Il prestigioso incarico, infatti, lo portò ad occupare un posto in Giunta nella Camera di Commercio di Roma guidata dal presidente Luciano Lucci.

  Intanto, nel 1999 ad Alberto Pica viene affiancato il figlio Claudio con la qualifica di direttore dell'Associazione, lo stesso gia’ presente dal 1989. In breve tempo, l’AEPER. diventa ancor più, per la città di Roma, un punto di riferimento per qualsiasi necessità possa presentarsi all’esercente. Nonostante la recessione economica intervenuta negli ultimi anni l'Associazione continuerà ad accompagnare i suoi soci riuscendo a far trovare loro le contro-misure utili per affrontare la crisi.

  Dopo mezzo secolo di presidenza, nel 2015 Alberto Pica lascerà inevitabilmente un’eredità pesante difficile da raccogliere.


OGGI ...


  Claudio Pica, mettendo a frutto gli anni passati accanto al padre Alberto, viene acclamato Presidente dall’Assemblea dei soci che hanno voluto dare così, un segno forte di continuità. Rilancia sin da subito le associazioni nazionali nate sotto la sua guida, divenendo Segretario Generale dell’Associazione Italiana Gelatieri (AIG) con il Presidente Vincenzo Pennestrì; dell’Accademia della Cultura Enogastronomica (ADCE) con il Presidente Piergiorgio Tupini; e creando l’Associazione Italiana Pasticceri e Cioccolatieri (AIPaC) con il Presidente Sergio Signorini. AEPER oggi offre assistenza e consulenza a 360° gradi agli Esercenti, grazie a una rete commerciale presente capillarmente su tutto il territorio di Roma e Provincia; grazie a un team di consulenti altamente specializzati nella fornitura di servizi dedicati; e infine grazie a un servizio di informazione offerto attraverso una comunicazione multicanale.

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